mercoledì 1 ottobre 2014

Il Jobs act non è solo articolo 18



Mi domando se chi parla della riforma del lavoro del ministro Poletti e portata avanti con ostinazione da Renzi l'abbia letta o si sia fermato esclusivamente all'articolo 18.

Sembra come quando in una casa fa la guardia un grosso cane, il ladro per entrare dà l'osso al cane per farlo stare buono e può lavorare in pace!!!

Non si legge altro, non si sente altro. Un principio inviolabile e sacrosanto già espresso in costituzione e, dunque, irrinunciabile, è diventata l'unica discussione relativa a questa riforma del lavoro!
D'Alema (lui che ha sempre benedetto la riforma del ministro Treu che ha incentivato la precarietà del lavoro e non ha mai provveduto a discutere su come poi trovare nuovo lavoro) si erge in assemblea per declamare la netta contrapposizione tra "padroni" e "lavoratori", come se chi è imprenditore non sia un lavoratore, ma un despota e un avido.


Ha detto bene Renato Soru: la contrapposizione odierna è tra lavoratori e "finanza d'azzardo", quella sì che va contrastata... 

Veniamo da anni di crisi economico-finanziaria che mamma America ci ha generosamente regalato e in cui noi abbiamo fatto di tutto per aggravarla ed evitare di uscirne.
Leggendo la riforma del ministro Poletti ho qualche dubbio sugli effetti futuri (vedi prova prorogabile prima del contratto fisso e trf in busta paga), ma son convinto che chi ha pensato a queste riforme abbia l'obiettivo di creare lavoro e di far sì che chi ha il lavoro lo mantenga e chi lo perde lo ritrovi in fretta.

E' cambiata la società, è cambiata la filosofia del lavoro, son cambiati i mercati e i consumatori di beni e servizi. Non è male adeguarsi, è male restare ancorati a concetti del passato come il posto fisso a vita nello stesso luogo. Non è più così, oggi le aziende vivono costantemente del fabbisogno richiesto dal mercato, la necessità di mobilità in entrata e in uscita è di primaria importanza. 

E' fondamentale che le aziende siano libere di assumere e rilasciare i lavoratori, ed è fondamentale che si crei un legame più forte tra chi cerca e chi offre, che si crei un ponte facilmente percorribile tra chi domanda e chi propone. 

Periodo di prova prima dell'assunzione, mobilità e flessibilità in entrata e in uscita, sostegno nella ricerca e incentivo a nuova formazione e a nuove proposte, oneri per chi non rispetta il posto di lavoro, sussidi per chi perde il lavoro, accorpamento dei mille contratti presenti... Tutto ciò che manca dalla parte della domanda e dell'offerta e tutto ciò che serve (anche se non ho letto nulla riguardante i centri per l'impiego e le piattaforme per farle incontrare) per rilanciare il lavoro e ridurre la disoccupazione!

La cosa fondamentale sta nel rispetto dell'uomo come persona e "animale sociale", che ci sia rispetto delle sue necessità nel contesto sociale in cui opera... mi riferisco alla famiglia, agli affetti e ai doveri che ogni uomo si assume nel momento in cui entra in relazione col prossimo.

Il Jobs act è una riforma completa che guarda al futuro, i cui frutti si raccoglieranno probabilmente tra qualche anno perchè definiscono un cambio di mentalità e un cambio di paradigma di come è inteso il lavoro. Se ne facciano una ragione i sindacati, che per come oggi sono costituiti servono solo a incentivare i licenziamenti di chi fa muro e non ragiona, se ne faccia una ragione chi questo Paese non lo vuole cambiare.

E se ci fate caso buona parte di chi si oppone alla riforma, è chi il lavoro non sa cosa sia, chi non ha mai dedicato un solo giorno del proprio tempo ad esso.
Renzi probabilmente non l'ha mai fatto nemmeno lui, ma ha la buona capacità di attorniarsi di gente meritevole, capace, istruita e che sul campo in cui si spende ci ha dedicato la vita. Questa riforma è stata scritta non da un bambino visionario che non conosce la realtà. E' stata scritta da chi quel mondo lo conosce bene e sa cosa sia meglio per farlo ripartire!!!

Il mondo del lavoro è cambiato, non si può continuare a far finta di nulla!

Ora mi aspetto che si parli di istruzione universitaria e formazione professionale.. Due facce della stessa medaglia, al pari onorevoli, al pari mistrattate!!!

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